Dopo il caso della maestra licenziata, per il video hard messo in rete dall’ex fidanzato. La violenza del revenge porn, in questi giorni, è oggetto di numerosi dibattiti.
In primis per l’assurdità di aver punito una vittima, facendole perdere il posto di lavoro, e non colui che ha mandato in rete il video. Fosse stato il contrario, ovviamente, un insegnante uomo non sarebbe mai stato licenziato, anzi, ci avrebbe probabilmente guadagnato la fama di “Stallone”.
Una donna no, una donna cui piace fare sesso e magari anche farsi riprendere (se la cosa rimane in privato), è una puttana. Non c’è altro epiteto per lei. Una donna così non può insegnare.
Per esperienza personale, ho avuto la sfortuna di avere delle pessime insegnanti, dalle scuole medie in poi (ma anche una maestra di terza elementare, che, cito, mi apostrofò dicendomi che il mio cervello rispecchiava il mio banco: disordinato). La mia professoressa di lettere delle medie, invece, pensava che io leggessi troppo, e questo non andava bene.
Per non parlare poi, di un’ex fidanzata di un mio conoscente, condannata più volte per stalking e alcolizzata, che continua beatamente a insegnare.
Di fronte a simili bestialità credo che i criteri per valutare le insegnanti debbano essere altri.
Davvero il problema è un video?
Il punto è la morale bacchettona di una società che si scandalizza per il sesso, ma soprassiede sulla violenza e su tutta una serie di nefandezze, purché si mantenga un’apparenza specchiata.
Non importa che tu sia una persona marcia e potenzialmente dannosa per i tuoi studenti, basta non far sapere che ti piace fare sesso. Perché alle donne il sesso non deve piacere evidentemente, non ci siamo mossi granché dall’arcaico concetto “non lo fo per piacer mio ma per dar dei figli a Dio”.
Solo in apparenza, la società ha sdoganato una serie di tabù e adesso per televisione passano le pubblicità di sex toys e di vagine che cantano. La realtà dei fatti è ben diversa.
Io come insegnante dei miei figli, vorrei una persona preparata, equilibrata e che ama il suo lavoro. Quello che fa in camera da letto ritengo sia ininfluente.