Perché il “Buongiorno” ha rotto le palle.

Credo di essere finalmente riuscita a debellarlo tramite un’accurata “Pulizia kontatttiii!”, ma eradicare i “Buongiorno” non è stato per nulla semplice. Fino a poco tempo fa, infatti, anch’io ero vittima di questa piaga del millennio.

Abitudine che pensiamo essere propria solamente dei 40-50enni, in realtà, il compulsivo bisogno di rompere le palle (perché, siamo chiari, di questo si tratta) al prossimo, ogni santa mattina, con orribili immagini e correlati saluti, è in realtà molto più diffusa di quanto si pensi.

Sono per natura una persona piuttosto schiva ai limiti della misantropa, ma nonostante questo mi è capitato di incappare in “Buongiornisti seriali”, che puntualmente si offendevano non essendo ricambiati.

Fondamentalmente tutte le mattine mi sveglio, tra le nebbie della Pianura Padana, di umore più o meno nero, mood che potrebbe facilmente sfociare in istinti omicidi alla vista di una card glitterata e sgrammaticata, contente frasi del tipo: “Il sole risplende e una splendida matina, buongiorno!”, a quel punto devo trattenermi contando fino a dieci per non rispondere: “Ma buongiorno un cazz@!”

Ricordare tutti i giorni la vostra presenza sulla terra urtando il sistema nervoso del prossimo, non è una buona idea, miei cari buongiornisti. Fatelo tra di voi, cercate i vostri simili e bombardatevi a vicenda con gattini, cuoricini, e i Gesù psichedelici che tanto amate, ma lasciate perdere chiunque abbia un quoziente intellettivo nella norma.

Dall’altro lato, voi, persone vittime del buongiornissimo, abbiate il coraggio di dire chiaramente basta! Svegliarsi ogni mattina con le chat invase da questi orrori, è una violenza psicologica che ti fa iniziare male la giornata. Se poi la zia Maria, lo zio Tonino o qualche altro boomer, si offenderanno, pazienza. Troveranno altre vittime o se ne faranno una ragione.

Oppure, come nel mio caso, penseranno che siate delle serpi, si insomma, delle “persone falze!”