Felicia Kigsley scrive bene. Punto.
I suoi romanzi sono un piacere, occorre fare uno sforzo a centellinarli, perché altrimenti li divoreresti per sapere come vanno a finire.
E dire che scrivere una trasposizione di Cenerentola aveva un che di rischioso. Negli anni sono stati scritti decine di libri e girati altrettanti film sul tema. Il pericolo di scivolare sul banale e “già visto”, era notevole.
Invece Riley, Cenerentola del nuovo millennio è davvero un personaggio azzeccato. Forte, determinata, ma di animo buono. Fin troppo buono! A metà del libro la sua vita è talmente incasinata, che ti domandi seriamente come farà ad uscire dal turbinio della serie di sfortunati eventi in cui incorre.
La matrigna e le sorellastre sono fantastiche, un mix esplosivo di cattiveria e idiozia.
E vogliamo parlare di Jesse, il principe azzurro? Chi non vorrebbe un ragazzo così? Mi è piaciuto il personaggio soprattutto perché l’ho trovato concreto, non un artefatto Christian Grey. Di cui leggi e già sai che boh, si sta parlando di un alieno. Non che tipi alla Jesse si trovino alla Coop mentre fai la spesa, ecco. Però ha un che di realistico. Non è troppo perfetto.
Realistico come l’ambientazione a New York. Veramente molto ben descritta, e non è una cosa facile, se non vivi in una città (specialmente una metropoli come la grande mela), rendere così bene l’atmosfera, descrivere i luoghi e i comportamenti tipici delle persone.
Di fondo la storia d’amore tra Riley e Jesse, fa sognare, proprio come quella di Cenerentola, senza mai essere stucchevole.
Chapeau.