A venticinque anni ero depressa e smarrita.
Della serie: chi sono? Dove vado? Da dove arrivo? Che cosa devo fare della mia miserabile esistenza?
All’epoca ascoltavo spesso Guccini (e questo già la dice lunga): “Perchè a vent’ anni è tutto ancora intero, perchè a vent’ anni è tutto chi lo sa,
a vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’ età….”
Ebbene si, a vent’anni si è stupidi davvero ed è molto difficile fare le scelte giuste. Più che altro dai 20 ai 25, poi ci si riprende. Almeno, per me è stato così. Anche se ci è voluto un po’, gli anni dai 27 ai 30 sono stati, per molti versi, clamorosi.
Avevo un lavoro che mi piaceva, con un posizione di responsabilità, viaggiavo, facevo shopping uscivo con gli amici. Tutto molto bello, finché non sono arrivata ai 29 e tre quarti e i 30 hanno iniziato ad avvicinarsi, e li boh. La crisi.
Perché arrivi ad un punto della vita in cui gli amici, i viaggi e i divertimenti non ti bastano e vorresti qualcosa di più serio. Tipo che so, un marito!
E fu così che dopo mesi di digiuni mistici, scleri, pellegrinaggi e disagi vari, a trent’anni e tre mesi, incontrai il mio mr.Darcy. Ed il resto è storia.
Sono felice di aver compiuto 35 anni, prima di tutto perché ci sono arrivata. Sembra banale ma non lo è. Invecchiare è una grande fortuna ( invecchiare bene s’intende, tipo mia nonna che ha quasi ottant’anni e continua ad uscire e andare a ballare).
Poi perché negli ultimi cinque anni ho faticato per ottenere i risultati che adesso iniziano a profilarsi al mio orizzonte. Non mi sono mai arresa, anche se non è stato facile. Ma la vita non è facile per nessuno.
Oggi sono contenta e sono conscia che questo sia si, un gran privilegio, ma un privilegio meritato.
Non si piange sulla propria storia , si cambia rotta”
Spinoza