La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Diceva Marx.
Il lunedì poi è la giornata delle buone intenzioni per eccellenza. “Oggi inizio la dieta”. Come no, voglio perdere due kg prima delle vacanze, e da quando l’ho deciso sto mangiando come un facocero.
Oggi mi faccio i capelli e giuro, giuro, che non vado in giro come Hermione Granger. Morale, esco come Hermione ma con il pucio. Se poi per caso, passo due ore a stirarli, irrimediabilmente mi guardo allo specchio, e penso che alla fine sto meglio con i ricci.
Oggi mi trucco come si deve, non metto l’ombretto con la pala e il mascara un po’ si un po’ no. Questa è la migliore, finisce sempre che o non mi trucco del tutto, o mi trucco come al solito, oppure se mi trucco bene, irrimediabilmente mi guardo allo specchio, e penso che alla fine sto meglio struccata.
Per queste cose sono pigra, lo ammetto, o almeno, passano in secondo piano rispetto ad altre.
Non parliamo poi delle buone intenzioni morali:
oggi non critico. Come no, in questo ho preso da mia nonna, che dichiara a gran voce di non criticare mai nessuno e un minuto dopo dice che la sua amica x non sa cucinare, e la sua amica y è ignorante e disagiata. Devo avere la critica nel DNA, quindi non posso farci niente.
Oggi sarò gentile con tutti. Impossibile, per quanto io sia paziente e zen in modalità oltre. L’ironia tagliente fa parte di me e una cattiveria al giorno a qualcuno, devo dirla per forza. Ma questo è sempre colpa dei geni della nonna. La regina indiscussa della cattiveria gratuita.
Per quel che riguarda il lavoro poi, sono piena di buone intenzioni:
oggi scrivo! Oggi scrivo almeno venti pagine! Tre minuti dopo vago per la casa, con una tazza di caffè, chiedendomi chi sono, dove vado e perché siamo nel mondo.
Oggi faccio l’archivio! Devo assolutamente fare l’archivio. Ho bolle e fatture ovunque. (E qui spero che mio marito non legga, perché bolle e fatture sono le sue). Tre minuti dopo mi ricordo di dover assolutamente fare la spesa, e per l’archivio ne riparliamo del 2027.
I buoni propositi casalinghi, invece, si riducono sostanzialmente alla mia ossessione per l’ordine. Ossessione che si è amplificata a livelli esponenziali dopo aver letto il libro di Marie Kondo. Appena ho qualcosa fuori posto, sento il karma che mi si occlude e devo fare qualcosa. Innescando una lotta continua con me stessa, perché di natura sono molto distratta e quindi tendo al disordine. Anni fa non mi importava, adesso mi crea il disagio interiore. Da mesi poi, sono senza aiuto in casa e quindi la guerra buone intenzioni di ordine vs tendenza sbadata è di proporzioni epiche.
Che dire, se il buon Marx avesse ragione, la strada verso l’inferno per me sarebbe tutta in discesa. Ma preferisco credere a Marie Kondo: “Vuoi trovare la felicità? Riordina l’armadio!”, e il mio karma si eleverà in alto, a discapito delle buone intenzioni disattese.