Baudelaire, tratto da “Lo Spleen di Parigi”, poemetto in prosa XXXIII
“Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua.
Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi.
E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa , chiedete al vento, alle stelle, gli uccelli, l’orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è: e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l’orologio, vi risponderanno:
– È ora di ubriacarsi! Per non essere schiavi martirizzati dal Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare.”
Cerco sempre di non pensare a quanto la vita sia difficile, sfuggente, dura.
Credo fermamente nella legge dell’attrazione universale, secondo la quale i pensieri hanno il potere di cambiare il nostro destino.
Ciò non toglie che spesso , di fronte alle evidenti ingiustizie dell’esistenza, pensieri di tipo epicureo fanno capolino nella mia mente: “mangiamo e beviamo, poiché domani moriremo”1Co 15:32.
La filosofia epicurea ebbe largo seguito per sette secoli. L’idea era che il piacere personale fosse il solo o il principale bene della vita. Per tale ragione Epicuro esortava a vivere in modo da trarre il massimo piacere durante la propria vita, ma a farlo con moderazione per evitare le sofferenze provocate dalla eccessiva dedizione a tali piaceri.
C’è da dire però che gli epicurei ben presto, a discapito dell’incitamento alla moderazione e al dare più importanza ai piaceri della mente, scivolarono in una completa assenza di principi.
Un po’ quello che accade oggi. Tutto è lecito. Ogni persona può fare quello che gli pare, la cosa più importante è la soddisfazione (materiale), personale.
Baudelaire ed Epicuro però volevano dire qualcosa di diverso. Il loro messaggio era un incitamento all’elevarsi, moralmente. A riempirsi la vita di cose belle, di emozioni pure.
Da sempre sono contraria alle privazioni, una delle mie principali caratteristiche è la scarsa propensione al sacrificio. Credo si debba vivere bene, nel miglior modo possibile, e non privarsi di nulla. Ma bisogna farlo cum grano salis. In modo intelligente.
Non è giusto pensare che tutto ci sia dovuto, o che le cose debbano pioverci dal cielo.
I risultati ottenuti lavorando sono sempre i migliori.
Trovo però sia giusto riempirsi la vita di cose belle. Che elevano lo spirito. Buon vino, buon cibo, bei libri, bei film, bei quadri. E l’amore: il sentimento più bello, che più di qualsiasi altro può riempirci di gioia.
Allora ubriachiamoci: di vino , di poesia, di virtù ed amore.