La festa del papà mi ha sempre profondamente infastidita. Sicuramente perché non ho idea di cosa voglia dire averne uno.
Certo, adesso sono adulta e la questione mi scivola. Se si vuole crescere e star bene, ad un certo punto il passato non può più essere una scusa. Siamo artefici del nostro destino, indipendentemente da quello che hanno fatto o non fatto i nostri genitori per noi.
In realtà sono anche stata fortunata, pur non avendo un padre ho avuto un nonno straordinario. Che mi ha voluto bene, come solo un genitore può amare un figlio.
Da qui la mia riflessione: i figli sono di chi li cresce. Non basta generarli. Mi ha sempre sconvolta la facilità con cui le persone si riproducono, non esagero, trovo che la maggior parte lo faccia con profonda incoscienza. Non basta creare la vita, occorre insegnare a viverla in modo degno. E di sicuro non è un compito da poco. Negli anni ho visto troppi esempi di genitori indegni.
Tra l’altro paradossalmente con “la festa del papà” si celebra San Giuseppe. Il padre adottivo più famoso della storia, la tradizione lo chiama padre putativo di Gesù (dal latino puto, “credo”), cioè colui “che era creduto” suo padre.
Una cosa che mi ha sempre colpita è come spesso i figli adottivi somiglino, anche fisicamente, a chi li ha adottati. Pazzesco, questo dimostra quanto l’influenza che si ha su un bambino ne determini tutti gli aspetti della vita. Molto più che un patrimonio genetico ereditario. Peraltro credo che l’adozione sia un gesto stupendo. Stupendo, ma assurdamente difficile nel nostro paese. Dove regna la complicazione. Praticamente chi vuole adottare deve subire un processo. Penso sia una delle riforme più urgenti da apportare al nostro sistema, ma voglio dire, siamo appena andati a votare e non abbiamo neppure un governo, perciò la vedo molto male. Però si fa un gran parlare di adozioni gay. Perché fanno notizia sensazionalistica, senza che nessuno si fermi a riflettere sul fatto che l’Italia, in quanto a riforme, è all’età della pietra.
Chi i figli li fa dovrebbe fermarsi a pensare. Le madri in primis dovrebbero ponderare molto bene con chi fare figli. Gli uomini non cambiano, men che meno per un figlio. Al massimo peggiorano. Se uno ti riempie di botte, poi ti chiede scusa e giura che non lo farà mai più. Beh sicuramente lo farà di nuovo. E lo farà , se non anche ai figli, davanti a loro. Se un uomo non ti aiuta in niente, non lo farà neppure con un bambino, si rischia solo di trovarsi con due bambini da guardare.
Bisogna scegliere molto bene il padre dei propri figli, e quando si fanno scelte sbagliate, occorre chiudere. Per il bene degli stessi bambini. Meglio un padre e una madre separati che due frustrati che litigano in continuazione. Meglio un patrigno amorevole che un padre inadatto.
Vedo anche tanti esempi di padri meravigliosi. Soprattutto tra gli uomini della mia generazione. E questo fa ben sperare. Padri che giocano con i figli, che passano tempo con loro, che aiutano, che si svegliano di notte. Esempi.
Ecco per me un padre degno di essere chiamato tale è un esempio. Non è perfetto, ma dimostra con i fatti di essere una brava persona, avendo così titolo di crescere un figlio.
Grazie d’avere scelto di seguire il mio blog.
In merito a quel che scrivi in questo tuo articolo mi permetto di inviatri a leggere la poesia che ho pubblicato a questo link:
https://wordpress.com/post/marcellocomitini.wordpress.com/1806
Grazie e a presto.
Grazie a te! Leggo molto volentieri 😊