Discoteche e ristoranti stasera si riempiranno di orde di galline urlanti, bramose di vedere un tizio belloccio rimanere in mutande. Mogli e fidanzate si offenderanno con i rispettivi compagni se non debitamente omaggiate di mimosa.
Nulla, ci siamo ridotti così.
L’otto marzo in teoria servirebbe per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo.
Allora vorrei utilizzare questa giornata per riflettere sul ruolo delle donne nel disastro del conflitto siriano.
Dopo aver guardato il documentario “White Helmets” su Netflix ho deciso di approfondire l’argomento e sono andata sul sito dell’organizzazione, dove ho letto un bellissimo articolo sulle donne che ne fanno parte.
I volontari dei White Helmets rischiano la vita per salvare le vittime dei bombardamenti, inizialmente erano solo uomini ma da qualche anno l’organizzazione conta più di cento volontarie.
In una commovente intervista, una di loro spiega cosa significa essere donna in Siria oggi.
http://syriacivildefense.org/sc-defenders
TO BE A WOMAN IN SYRIA TODAY, MEANS TO BE A WOMAN OF STEEL.
Source:
To be a woman in Syria today, means to be thankful if you didn’t lose any of your family, relatives or your home.
(Essere donna in Siria oggi, significa essere grata se non hai perso tutta la tua famiglia, i tuoi parenti o la tua casa)
To be a woman in Syria today, means to be a mother, a teacher and a nurse in the absence of schools and medical care, thinking every morning about how you can protect your children, provide them with food, education, safety and medicine if they got sick or injured.
(Essere donna in Siria oggi, significa essere una madre, un insegnate e un’infermiera in assenza di scuole o assistenza medica, pensare ogni mattina a come proteggere i tuoi figli, nutrirli, educarli, metterli al sicuro e dargli medicine se sono malati o feriti)
To be a woman in Syria today, means that you have to learn how to explain to your kids what’s going on around them – why they have lost their father, why they can’t go to school like other children of the world, why they can’t play or going to parks. And in the worst case, you have to be able to explain to your own child why he or she has lost a part of his/ her body, and show them that they are just like any other child even if they don’t have a hand, leg or an eye.
(Essere una donna in Siria oggi, significa dover imparare a spiegare ai tuoi figli cosa sta succedendo attorno a loro, perché hanno perso il padre, perché non possono andare a scuola come tutti i bambini del mondo, perché non possono giocare o andare al parco. E nel peggiore dei casi, devi essere in grado di spiegare ai tuoi stessi figli perché hanno perso una parte del loro corpo, e fargli capire che sono come gli altri bambini anche se non hanno una mano, un occhio o una gamba)
To be a woman in Syria today, means to be a woman of steel. A Syrian woman doesn’t break no matter the circumstances.
(Essere una donna in Siria oggi, significa essere una donna d’acciaio. Una donna Siriana non si piega, in nessuna circostanza)
I hope the war in Syria will end soon and peace will prevail. Our work will not end when the war ends. The real work will come after the war. We will rebuild our country and spread the culture of peace and love.
( Spero che la guerra in Siria finisca presto e la pace prevalga. Il nostro lavoro non finirà con la fine della guerra. Il vero lavoro inizierà dopo la guerra. Dobbiamo ricostruire il nostro paese e diffondere la cultura della pace e dell’amore)
I would like to tell the women of world that we are able to do anything. There is nothing that can stand between our will and courage
(Vorrei dire alle donne del mondo che noi siamo in grado di fare qualsiasi cosa. Non c’è nulla che possa resistere alla nostra volontà e al nostro coraggio)
Syrian women are lifesavers, paramedics, media activists, teachers, and mothers who have lost their homes, husbands and children. Despite it all, Syrian women never lost their courage or resistance.”
(Le donne Siriane sono salvatrici di vite, paramedici, attiviste, insegnati, e madri che hanno perso le loro case, i loro mariti e i loro figli. Ma nonostante tutto, le donne Siriane non hanno mai perso il loro coraggio o la loro resistenza).
In Italia godiamo di tutti i diritti, anche se a volte la società presenta ancora dei connotati maschilisti. Siamo delle privilegiate sotto moltissimi aspetti. Il più delle volte è la mancanza di istruzione a porci in una posizione indifesa rispetto agli uomini.
Allora oggi apriamo un libro, guardiamo un documentario, andiamo al cinema. Cogliamo l’occasione dell’otto marzo per diventare persone consapevoli. Donne d’acciaio con coraggio e resistenza. Perché fintanto che usciremo in branco per una “serata di libertà” verremo sempre considerate sciocche dal genere maschile ( anche se si tratta di uomini beceri e ignoranti ) e trattate in conseguenza.